Osarimen Giulio Ebagua

Nigeriano di nascita, in Italia da quando ha un mese, Ebagua è uno di quelli che avrebbe potuto fare di più sicuramente.

Fisico ottimo sin da bambino, ad undici anni è nelle giovanili del Torino, dove scala tutte le classi di età senza riuscire a fare il salto in prima squadra.

Quando la società fallisce (siamo nel 2005) Giulio rimane svincolato e si accasa al Casale, in serie C2, lì dove aveva giocato nella stagione precedente in prestito.

La nuova società granata gli aveva proposto di ripartire dalla Primavera, ma in quel momento il ragazzo voleva altro per la sua carriera.

Il Casale retrocede in D e Giulio (fino a quel momento impiegato da centrale di difesa…) inizia a fare l’attaccante, segnando subito 10 gol.

Un’intuizione di mister Franco Lerda.

Nell’estate 2007 passa al Novara in C1, ma trova poco spazio e viene mandato al Pescara in prestito.

Anche in Abruzzo, però, le occasioni per mettersi in mostra sono rarissime, anche a causa della pubalgia che lo tormenta

Accetta di scendere di categoria alla Canavese ed è la scelta giusta perché riesce a ritrovare continuità e gol.

Una buonissima stagione che gli apre le porte del Varese: la prima annata in Lombardia vale 12 gol e la promozione in B.

La squadra lombarda è protagonista anche tra i cadetti ed il sogno di un incredibile salto in serie A sfuma solo ai play off.

Ebagua oramai è sul taccuino di molti osservatori e quando arriva la possibilità di tornare al Torino (in comproprietà) non può dire no.

Lo hanno cercato anche l’Atalanta (che era coinvolta nello scandalo calcio scommesse), il Chievo e l’Udinese ma sceglie di riprendere il discorso interrotto

La scelta del Toro è errore col senno di poi, ma ponderato perché dettato dal sentimento.

Rimane in maglia granata per sei mesi e poi viene mandato in prestito al Catania, dove finalmente vive l’esordio in serie A.

Una soddisfazione estemporanea perché con la maglia catanese scenderà in campo in solo tre occasioni, per un totale di una settantina di minuti.

Nel giugno 2012 il Varese riacquista la metà del cartellino dal Torino e in quella stagione con i 18 gol totali Ebagua diventa il miglio marcatore di tutti i tempi per i biancorossi.

Un’annata da incorniciare che non era iniziata sicuramente nel migliore dei modi.

Il 12 agosto, alla prima uscita stagionale, il Varese affronta i bergamaschi del Pontisola, squadra di serie D.

Una partita facile sulla carta, che però inizia in salita con il gol degli ospiti.

Al ventottesimo minuto Ebagua mette a segno il gol del pareggio e va sotto la curva di quegli ultrà che non hanno preso bene il suo ritorno.

Lo accusano di aver tradito il Varese e di non aver detto belle parole al momento del passaggio al Torino.

Lo sparuto gruppetto di ultrà lo fischia e lo insulta ma Giulio non li teme e va sotto la curva: si toglie la maglia, gliela mostra quasi in segno di sfida.

Il tutto mentre il resto dello stadio lo applaude e chiama a gran voce il suo nome.

La società stigmatizza il comportamento del suo calciatore ma condanna con fermezza i cori razzisti che quei tifosi gli hanno indirizzato.

Ebagua chiede di essere ceduto ma i tempi sono stretti e nessuno si fa avanti con un’offerta congrua.

Nella prima partita di campionato, a Modena, l’arbitro fischia un rigore in favore del Varese proprio sotto il settore che ospita i tifosi lombardi.

Sul dischetto va Ebagua, che quando alza gli occhi vede gli ultrà che voltano le spalle al campo.

Nella seconda partita ancora gol, tra il silenzio della curva e gli applausi del resto dello stadio.

I 17 gol in campionato più quello in Coppa Italia danno ragione al calciatore di origine nigeriana e a chi lo sostiene.

Nonostante l’amore della gran parte dei tifosi varesini, qualcosa si è rotto e decide di accettare l’offerta dello Spezia, dove rimane per un anno e mezzo.

Seguono Bari, Como, Vicenza, Pro Vercelli e di nuovo Vicenza.

Tutte scelte dettate dalle offerte economiche dirà in seguito.

Nell’agosto 2018 vola negli Emirati Arabi per indossare la maglia del Baniyas ma ha continui malanni fisici e gioca pochissimo.

Torna in Italia, prima al Bisceglie e poi per chiudere con il Città di Varese, dove chiude con il calcio.

Il legame con la città lombarda è così forte che Giulio rimane a viverci, dedicandosi alla politica locale e venendo anche eletto nel consiglio comunale.

Fonte Varesesport.com